VIGOR PERCONTI, MICCIO: “SE NON VINCIAMO IL TITOLO, TUTTO SUL BEPPE VIOLA”

adminBeppeviola 11/04/2016
VIGOR PERCONTI, MICCIO: “SE NON VINCIAMO IL TITOLO, TUTTO SUL BEPPE VIOLA”

A cura di Andrea Curati de Pietro

Con i play-off in tasca ormai da diverse settimana, la Vigor Perconti di Luigi Miccio punta dritto al primo posto nel girone B dei Giovanissimi Elite, occupato attualmente dalla Lodigiani: la squadra di Santucci ha due punti di vantaggio sui blaugrana, che non hanno la minima intenzione di gettare la spugna a due giornate dal termine della regular season.

Il tecnico della Vigor Perconti si è concesso ai nostri microfoni in vista del caldissimo finale di stagione ed in vista del XXXIII Torneo Beppe Viola, che accoglierà a braccia aperte la sua squadra in caso di mancata conquista del titolo regionale.

Buongiorno mister.

Come descriverebbe la sua prima stagione alla Vigor Perconti?

“Dopo tre anni fuori, non potevo desiderare un rientro migliore. Devo molto a questa società perché ha mostrato di volermi fortemente, nonostante fossimo a pochi giorni dall’ inizio del campionato. Molte volte nel nostro ambiente gli attestati di stima sono solo verbali ma poi difficilmente si traducono in collaborazioni concrete, la Vigor Percont,i in tutte le sue figure professionali, ha invece mostrato di voler fortemente inserire la mia figura nella loro famiglia ed io sto cercando di ricambiare dando tutto quello che è nelle mie possibilità. Il bilancio ad oggi non può che essere positivo, per l’arricchimento umano che sto ricevendo da questa esperienza, prima ancora che tecnico.”

Si aspettava questi risultati?

“Gli ottimi risultati sportivi conseguiti me li auguravo e sapevo che arrivando in Vigor avrei avuto a disposizione un gruppo di ragazzi sicuramente talentuoso, quindi le premesse erano concrete. Questi ragazzi però non lo conoscevo, perché non ho partecipato alla costruzione della squadra in estate e loro sono stati una piacevole sorpresa. Il talento per vincere non basta, occorre curiosità, voglia di conoscere, di sapere, forza mentale nel voler lavorare sui propri limiti accettandoli senza trovare giustificazioni. Tutto ciò i miei ragazzi lo hanno insieme ad una grande capacità di volersi bene senza egoismi. Per questo i meriti di quello che stiamo facendo finora, più che miei e dello staff col quale lavoro e che per me è un supporto umano e tecnico indispensabile, sono tutti i loro. Sono i ragazzi gli unici artefici del buon lavoro svolto finora.”

A breve comincerà il Beppe Viola, quali sono le sensazioni che le trasmette questo evento e come pensa di preparare i ragazzi?

“Come tecnico cresciuto in questa regione conosco bene il Beppe Viola. Personalmente non lo considero un torneo, ma bensì qui nel Lazio per la categoria giovanissimi, la naturale prosecuzione del campionato considerando la cura, l’attenzione e la determinazione con cui le squadre partecipanti lo preparano.”

Quali sono secondo lei le favorite per la vittoria finale?

“Proprio per le motivazioni che il Beppe Viola trasmette credo davvero che la vittoria sia obiettivo di tutte, non vedo favorite. Io personalmente avendo sempre allenato nella categoria allievi qui a Roma non l’ho mai fatto, ma da spettatore ne ho sempre subito il fascino. Se ci parteciperemo lo onoreremo sicuramente cercando di arrivare fino in fondo, in maniera umile in linea con la nostra mentalità. Cercheremo di trarre il massimo in positivo da tutte le esperienze in cui siamo coinvolti.”

Quello che lei guida era un gruppo nuovo che a inizio anno faticava ad amalgamarsi, adesso invece il primo posto nel girone è ancora alla portata con tre giornate al termine più una da recuperare.

“E’ chiaro che soprattutto emotivamente non è stato facile per i ragazzi assorbire il cambio della guida tecnica ad una settimana dall’ inizio del campionato, in più dal gruppo che l’anno prima avevano affrontato il campionato giovanissimi fascia b, abbiamo mantenuto solo 6 elementi. Le difficoltà iniziali, che poi a mio parere sono state relative, derivavano soprattutto da questo: dal tempo necessario per capire, conoscendosi nel quotidiano, di quanto bene potessero fare insieme. Ma ripeto i ragazzi sono speciali e ci hanno messo poco a prendere consapevolezza delle loro potenzialità.”